Una nebulosa sonora violacea e sinuosa, fragile e onirica, e un campionario di distorsioni dai segni violenti e netti, un alfabeto costituito da caratteri argentei e bruniti, schegge tintinnanti di carbone, fino a un pulviscolo fuligginoso e denso.
Sullo sfondo sono appena visibili le vere sorgenti sonore di queste due sostanze contrastanti: il portellone metallico di una nave che graffia il molo di un porto e la IV corda del violino, suonata con forte pressione in dieci punti vulnerabili.
Lo svolgersi delle reazioni che scaturiscono da questa materia eterogenea e dalla sua esplorazione microscopica si accompagna a varie immagini concrete (corde in tensione, carrucole, api, scene di strada) senza alcuna intenzione di narrare o suggerire una storia, ma con lo scopo fine a se stesso del piacere che il loro reciproco contatto genera.